La dott.ssa Michela Mignano ci parla di disturbi specifici dell’apprendimento

La dott.ssa Michela Mignano ci parla di disturbi specifici dell’apprendimento

La dott.ssa Michela Mignano ci parla di disturbi specifici dell’apprendimento

Dott.ssa Michela Mignano, psicomotricista funzionale, pedagogista clinico, laureata in Psicologia comportamentale cognitiva applicata.

“I disturbi specifici dell’ apprendimento”

Di cosa Parliamo ?

Tali disturbi riguardano un gruppo di disabilità in cui si presentano significative difficoltà nell’acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo.

La principale caratteristica di questa categoria è proprio la “specificità”, ovvero il disturbo interessa uno specifico e circoscritto dominio di abilità indispensabile per l’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino non deve presentare deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici.
In base alla differente specificità del disturbo dell’apprendimento, i DSA sono stati classificati in diversi modi.

Elenchiamo quelli più diffusi e ricorrenti

1. Dislessia

La Dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente. Il bambino, all’inizio del percorso di scolarizzazione, mostra difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto, a fissare la corrispondenza fra segni grafici e suoni e ad automatizzare tale processo di conversione. Tale difficoltà si ripercuote sull’apprendimento scolastico e sulle attività di vita quotidiana che richiedono la lettura di testi scritti.

2. Disortografia

La Disortografia è uno dei disturbi specifici dell’apprendimento che riguarda la componente costruttiva della scrittura, legata quindi agli aspetti linguistici, e consiste nella difficoltà di scrivere in modo corretto da un punto di vista ortografico. Il bambino disortografico presenta una difficoltà nell’applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta e quindi a riconoscere i suoni che compongono la parola, a individuare le regolarità o irregolarità ortografiche e a individuare il corretto ordine con cui questi elementi si compongono.

3. Disgrafia

La Disgrafia riguarda la componente esecutiva, grafo-motoria (scrittura poco leggibile); si riferisce alla difficoltà di scrivere in modo fluido, veloce ed efficace. Il bambino disgrafico può presentare una cattiva impugnatura della penna o matita, poca capacità di utilizzare lo spazio nel foglio, difficoltà nel produrre forme geometriche e nella copia di immagini, alternanza tra macro e micrografia.

4. Discalculia

La Discalculia riguarda la difficoltà a comprendere ed operare con i numeri e la difficoltà automatizzare alcuni compiti numerici e di calcolo. Il bambino discalculico può presentare difficoltà nella cognizione numerica (meccanismi di quantificazione, seriazione, comparazione, capire il valore posizionale delle cifre, associazione numero quantità, eseguire calcoli a mente) nelle procedure esecutive (lettura, scrittura, messa in colonna dei numeri) e di calcolo (recuperare i risultati delle tabelline, recupero dei fatti numerici e algoritmo del calcolo scritto.
Gli interventi devono interessare sia il trattamento del disturbo specifico, attraverso operatori specializzati e programmi mirati, che l’organizzazione emotivo-relazionale. Questi ragazzi mostrano una grande sofferenza psicologica legata ai vissuti delle loro carenze. Tali vissuti possono incidere pesantemente sull’autostima e la motivazione ad apprendere.
Spesso accade che il loro funzionamento sociale all’interno del gruppo classe risulta più problematico. Il sentirsi incompetenti nell’apprendere può comportare un sentimento di inferiorità nelle interazioni tra pari, che man mano diventano sempre più sporadiche. Inoltre, il percorso scolastico di questi soggetti è frequentemente segnato da ripetuti insuccessi. Gli insegnanti e i genitori possono attribuire questi esiti ad una mancanza di impegno, colpevolizzandoli come oppositivi, pigri, non interessati. Dal canto suo se il ragazzo percepisce che le sue difficoltà non gli vengono riconosciute, per proteggersi evita i compiti e/o mette in atto comportamenti disturbanti. La conseguenza di ciò è la degenerazione delle relazioni con gli adulti.
In questa situazione possono attivarsi scambi disfunzionali in cui l’attivazione di cicli viziosi rende più difficile capire la natura del deficit specifico. Comprendere i rapporti tra i disturbi dell’apprendimento e il disagio emotivo sottostante ai problemi comportamentali e adattativi è fondamentale per la gestione degli interventi.

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